domenica 24 novembre 2013

Sono tornata ieri da un viaggio che avrebbe dovuto schiarirmi le idee sul futuro. Risultato?
Niente è mai sembrato così confuso e annebbiato come in questo momento.
Odio le scadenze e non sopporto il dover scegliere se non si ha un obiettivo preciso in mente, non sono il genere di persona che si butta in esperimenti fatiscenti se si tratta di scelte importanti.
Forse dovrei solo essere impulsiva. "C'è tempo" mi dicono. Sette mesi volano e non voglio farmi cogliere impreparata dalla vita, è successo già troppe volte e il risultato non è stato dei migliori.
Troppi dubbi e troppi pesi sulle spalle. Certe volte l'unica alternativa plausibile che rimane è fuggire. 
E' da codardi? Forse. Preferisco rimandare piuttosto che prendere una batosta che so di non poter reggere.
E probabilmente la mia scelta in realtà l'ho già fatta, da anni ormai, ma la paura di fallire mi distrugge.
C'è una frase che ho letto tempo fa in una storia, che mi rispecchia, e non penso sia un bene:
"Credo che non avrei potuto sopportare quel tipo di fallimento. Sai, investire su di me e scoprire che non valevo niente. Preferisco pensare che ipoteticamente sarei potuto diventare un grande pianista mi sarebbe sembrato cattivo tradire i miei sogni con la mia mediocrità" (Porn of our fall)

                 *WindLover*